🎧 Ascolta il messaggio della voce della Jardinera
Buongiorno miei semi,
Oggi andremo nella natura, contemplando gli alberi, le montagne bianche piene di neve e gli alberi coperti come se la neve gli ponesse questo mantello bianco per coprirli e proteggerli.
In realtà gli dà ossigeno e ossigena moltissimo la terra. Si dice: “anni innevati abbondanza” e effettivamente con molta neve, la neve è un alimento per la terra, è spugnosa quindi la lascia respirare dandole l’umidità di cui ha bisogno senza danneggerla, dandole anche tutte le proteine di cui ha bisogno. Qui in Europa per gli alberi la neve e il freddo sono necessari, eliminano molti parassiti e insetti che attaccano le cortecce, i rami e il tronco. Eliminando questi parassiti attenderà la primavera per poter rinascere e fiorire, ma oggi parleremo di due aquile qui, nei Pirenei, sulle cime più alte.
C’erano una volta due aquile che stavano volando, una aveva grandi ali, potenti, le aquile hanno molta forza, un’aquila può cacciare fino ad una pecora, una capra, può pesare anche cinque chili. La alza con i suoi artigli dal suolo e se la porta nel suo nido per farsene un banchetto. I conigli e le lepri possono pesare due chili, sono prede molto facili per loro che hanno moltissima forza.
Questa dalle ali grandi e che volava molto in alto o sulla cime delle montagne più alte era felice, contemplava non soltanto le correnti d’aria su cui poteva navigare, contemplava anche tutto quello che poteva vedere al di sotto delle sue zampe e nello stesso tempo scrutava per vedere se c’era qualcosa da mangiare. Ma mentre una volava in alto, molto in alto, l’altra faceva moltissima fatica perchè aveva delle ali più piccole e pochissime piume,
quindi riusciva appena a volare sulla cima degli alberi e aveva molta invidia dell’altra aquila, molta invidia.
Un giorno, l’aquila che volava basso e con molta difficoltà vide nel bosco un cacciatore che era armato con il suo arco, le sue frecce e gli disse: “Signor cacciatore, desidero che uccida quell’aquila”. Il cacciatore rimase sorpreso. “Si, si, mi piacerebbe che la uccidesse appena l’avrà a tiro”. Il cacciatore contentissimo rispose: “Sarei felice di avere un pezzo così, ma ho bisogno di piume per rendere più leggere le mie frecce e poterla centrare”. E l’aquila senza pensarci nemmeno un secondo si strappò una piuma dandogliela.
Quindi il cacciatore lanciò la prima freccia, ma si sbaglio’ e la lanciò senza colpire il bersaglio: “Mi dispiace molto, ma ho bisogno che mi presti un’altra piuma per vedere se riesco a colpirla”. Allora l’aquila che volava bassa si avvicinò ancor di più al cacciatore e si mise in cima ad un albero molto molto basso, chiaramente dietro di lui e gli diede un’altra piuma, ma di nuovo sbagliò e non poté toccarla. “Non so cosa mi succede, ma non ho potuto prenderla, dammene un’altra”.
E così gliene diede una dietro l’altra fino a che non restò con talmente poche piume che non poteva più volare e fu quando il cacciatore astuto smise di tirare all’aquila che volava uccidendo la spiumata che non poté nemmeno nascondersi sulla parte alta dell’albero.
Miei semi, questa storia ci insegna che sempre, quando abbiamo invidia o gelosia, sempre si desidera ciò che ha l’altro e succede che quello che desideriamo ad un altro finisce per succedere a noi stessi. E’ sempre stato così, da quando l’uomo é uomo ha invidiato il suo vicino, il conosciuto, lo sconosciuto, ha preferito sempre quello che ha l’altro invece di guardare a ciò che ha. Sempre ha desiderato il più grande, per non parlare di quando cominciano a comparare le auto, desiderano sempre ciò che ha il prossimo, ma questo non ci fa né più grandi e nemmeno più perfetti, ma tutto il contrario.
La causa e effetto ci arriva e senza rendercene conto cadiamo nella trappola dando sempre più importanza a quello del vicino mentre noi, anche se non possiamo volare sull’Himalaya o volare sopra all’Himalaya, anche se non possiamo avere un palazzo o semplicemente un pezzetto di terra, guardiamo bene dove viviamo, guardiamo bene che abbiamo la salute,
guardiamo bene che abbiamo la capacità dei nostri neuroni di poter costruire,fabbricare, inventare, creare e realizzare molte cose.
Ho condiviso con voi la guerra del Vietnam, ci sono stata in Vietman e non alla guerra, no, ma sono andata a visitare questo bel Paese che mi ha incantato e la Cambogia, il Laos. In tutti questi Paesi ci sono più mine antiuomo che abitanti e anche per loro é un po’ il destino della pandemia, anche se pensate che ripeto molte volte la parola pandemia, covid19 etc,etc, bisogna ripeterlo.
Non uscite di casa se non é necessario, per favore, non uscite di domenica, inventate qualcosa per poter correre al mattino o in un momento in cui non c’è molta gente, ma dopo approfittatene per apprendere, per leggere, per vedere le vostre serie preferite o fare come avete fatto lavori impensabili, ma fate molta attenzione, la mascherina, la distanza e le mani.
La mascherina, la distanza e le mani, é molto importante, non contagiamo quelli che per una disattenzione possiamo uccidere e per questo ogni passo è la vita. Senza volere possiamo abbracciare una persona, può essere una nonnina, un nonno, o i nostri figli e senza volere gli trasmettiamo quel passo dalla vita alla morte, quindi per favore, siamo coscienti e adulti e cerchiamo, soprattutto in Europa, di essere molto prudenti, molto prudenti fino a che non passerà.
Sono ottimista, si tratta solo di prevenire, in francese si dice: “prevenire è curarsi”. Siate come quelle aquile grandi, immense e volate verso il più alto, riempitevi di conoscenza, di apprendimento e soprattutto di saggezza.
Che sia un giorno bellissimo per voi, che la neve vi accarezzi e per quelli che sono in spiaggia e nel sole estivo, che siano questi raggi del Sole che vi accarezzano e che possiate essere molto, molto felici e sereni.
Con tutto il mio amore,
Vostra Jardinera