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Siamo in Giappone all’epoca dei Samurai e tutti parlavano di un Samurai giovane che era il più coraggioso, forte, era anche il più bello, il più affascinante, ma soprattutto sconfiggeva tutti e un giorno il decano dei Samurai commentò con gli anziani:
“Avete visto il giovane Samurai, come è coraggioso, che forza! Che arte, come vince sempre ogni volta che fa taekwondo, judo, vince tutti o quando fa i suoi esercizi come Samurai”.
E tutti sorridevano dicendo: “Si, si, Maestro, si maestro, si”.
Ma c’era un anziano che lo guardò e gli disse:
“Non so cosa state lodando, né di che gloria state parlando, io lo vedo un Samurai come gli altri. Che differenza c’è?”.
“Che lui è più forte!” Risposero tutti.
“Ah, bene, allora faremo una prova, sfido tutti e lotteremo lui ed io e chi vincerà potrà sorridere e gli verrà riconosciuto”.
“Ohi”, gli dissero, “Maestro Samurai, le chiediamo e la imploriamo che non provi, perché ha una forza non comune, la ucciderà”.
“Bene, che così sia. Lo proveremo”
“Per favore no, no, Maestro, no, no, lei è il saggio, è il più anziano, si può appena muovere”.
“Lo proveremo” insistetteil vecchio Samurai e dissero al coraggioso e onnipotente:
“Dobbiamo farti una proposta, dipenderà tutto da te”.
“Ah, Ah, ah, ah” disse il giovane prepotente e orgoglioso: “Chiaramente si, accetto la sfida”.
Allora si misero nella sala uno di fronte all’altro. Al primo attacco diede al vecchio Samurai un colpo talmente forte che iniziò a barcollare un poco e quasi cadde.
Il giovane Samurai cominciò a ridere: “Lo finirò, lo finirò, è troppo vecchio”,
Ma il Maestro vecchio gli disse: “Continuiamo, continuiamo”.
“Bene, come vuole” e di nuovo cominciò e gli dette due colpi molto forti che quasi lo buttarono al suolo. Ma il vecchio Samurai fece un salto, si rialzò e di nuovo disse: “Continuiamo”.
E allora il giovane si girò dicendo: “Per me ho già vinto, ho già vinto”,
ma gli dissero: “No, è quello che resterà al suolo e non potrà alzarsi”.
In quel momento il vecchio Samurai gli diede un colpo e cadde al suolo steso. Il giovane vedendosi al suolo e che non poteva alzarsi lo guardò dicendo: “Imploro che mi aiutino ad alzarmi, non posso”.
Tutti i Samurai si inginocchiarono di fronte al vecchio uomo e gli dissero: “Abbiamo dubitato”.
Il vecchio uomo rispose: “Il dubbio è umano, ma è la Fede che ti dà la forza e se dubiti la Fede se ne va e quello che lo ha fatto perdere è il credersi giovane e potente, non bisogna mai gloriarsi né delle proprie forze, né della propria conoscenza, né del potere che uno ha, perché la caduta è più grande”.
E quindi il giovane, una volta che lo ebbero rialzato, si inclinò davanti al suo vecchio rivale, per così dire, si inclinò, lo ringraziò e disse:
“la mia prima lezione: la umiltà” e si ritirò.
E il vecchio anziano andò con i saggi a prendere un tè, a ridere e a dire:
“Siamo stati giovani anche noi, la prepotenza, l’orgoglio, la vanità ci muove, ma non ci dà né la Fede né la forza”.
Miei semi, giunge un momento in cui crediamo di essere come questo giovane, abbiamo un po’ i nostri impulsi e guardiamo se possiamo arrivare o no, se possiamo ottenere solo di essere il direttore di un hotel, di un ristorante o essere un buon maestro.
La umiltà è più grande del potere, anche se credete il contrario, e se avete Fede niente e nessuno può vincervi, credetemi, provate e vedrete.
Con tutto il mio amore,
La Jardinera