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Miei cari semi,
oggi condividiamo qualcosa che molti anni fa era una professione. Oggi ne troviamo pochissimi, sta terminando questa professione si chiama: calzolaio. Anni fa le scarpe duravano moltissimo, le portavamo al calzolaio, ci cambiavano le suole, poi il cinturino, se c’era un buco mettevano un pezzetto di cuoio, le pulivano bene e sempre, o a volte, a volte mettevano un tacchetto o il tallone oppure davanti per non usare la suola della scarpa. Ed eravamo molto contenti! Perché erano scarpe nuove.
Oggi ce ne sono ancora di questi calzolai e questa storia è di un calzolaio e di un uomo ricco.L’uomo ricco viveva molto vicino al calzolaio, perché in questa strada viveva gente molto potente.E il calzolaio vi si installò, si potrebbe dire che era quasi un piccolo corridoio, ma lavorava molto bene e puliva sempre le scarpe di un signore milionario. E questa volta il ricco signore gli disse:
“Voglio farle una domanda: dorme bene tutte le notti?”
“Uhi, come no! Signore, si immagini, quando passo qui da 10 a 12 ore al giorno pulendo le scarpe, aggiustandole, cucendole – dice – non se lo può immaginare, c’è molta gente che non può camminare o che non può avere delle buone scarpe e quindi faccio un buon lavoro, ho la coscienza tranquilla, sono sfinito e dormo placidamente”.
Allora l’uomo ricco lo guardò e poi abbassò la testa.
“Signore – gli disse – e Lei che ha tutto? Ha servitù, ha un castello, ha cibo, buone scarpe, me le porta solo a pulire. Lei ha auto, ha di tutto, di tutto. Perché non può dormire?”.
E risponde:
“Giustamente, perché ho di tutto. Ed ho una cassaforte a casa mia con molto oro, molto argento, molto denaro. E non posso dormire perché se dormo comincio a pensare: e se vengono i ladri? E se vengono e te lo rubano? E se rompono la porta? E se rompono la finestra? E se entrano dal camino?”.
Quindi passo i miei giorni in bianco, le mie notti in bianco e non posso concentrarmi, non posso, così non dormo e non sto bene.
Il calzolaio gli disse:
“Non può essere. Avendo tanto potere, potrebbe riposare benissimo. Io a casa mia, quando arrivo, ho appena il tempo di mangiare quello che ho lasciato, oppure mi faccio un panino o una zuppa veloce perché sono molto stanco. Ma felice!”
“Questo è quello che volevo io! Essere felice come lei, io volevo essere felice. Per questo vengo a chiederle: perché sorride? Perché ogni giorno è felice? Tutte le volte che passo la vedo sorridente e la vedo con una felicità infinita”.
Gli rispose:
“Non so cosa dirle, il mio lavoro è lo stesso, rendere felici le persone, assisterle, guadagnare il pane di tutti i giorni e potere riposare tranquillo”.
E lo salutò, l’uomo ricco se ne andò e il calzolaio terminò la sua giornata, chiuse il suo piccolo negozio e ancora una volta se ne andò a casa.
Il giorno dopo aprì la porta e chi ci stava davanti? L’uomo ricco.
E disse:
“Tenga, questo è per lei”
Gli diede uno scrigno pieno d’oro! Pieno di monete d’oro! Pieno, pieno!
E disse:
“No! E’troppo! Cosa devo fare? Cosa devo aggiustarle?”
E dice:
“No, ne ho molto, questo glielo do perché lei è felice e si accontenta talmente di poco che almeno potrà avere servizio, le faranno i pasti, le laveranno gli abiti e potrà continuare se lo vorrà o semplicemente non fare nulla”.
Allora il calzolaio disse:
“Va bene, proverò”.
E prese il suo scrigno di denaro, andò a casa sua, si preparò il pranzo, per la prima volta mangiò tranquillo, con serenità, si comprò perfino un dolce! E giunse l’ora di cena, cenò tranquillo ed andò a riposare.
E il giorno dopo l’uomo ricco gli disse:
“Come va?”
“Come ho mangiato bene ieri, non sapevo che il denaro poteva dare questa soddisfazione”.
“Ah, lo vede? E ha dormito bene?”
Disse:
“Bene, domani glielo dirò”.
E il giorno seguente andò di corsa dall’uomo ricco e disse:
“Come va? Come ha dormito?”
“Non molto bene” e così trascorse una settimana.
E gli disse:
“Lei ha le occhiaie molto profonde, cosa le succede?”
“Non posso dormire”.
“Sarà perché mangia molto? Sarà perché è servito bene? Sarà perché ha una felicità ancora più grande?”.
E il giorno dopo, arriva il calzolaio e gli dice:
“Signore, tenga il suo scrigno con il denaro, glielo restituisco”.
“Ma perché?”.
Dice: “Non sono più felice”.
“Perché, cosa le è successo?”.
“Perché ogni notte, sapendo che ho questo denaro la mia pace è finita, la tranquillità è finita! Mi è finita la armonia! Perché ogni notte penso: verrà qualcuno a rubare? Romperanno la finestra di vetro? Non ho grate, né nulla che possa proteggerlo. Entrerà qualcuno dalla porta? Tutti sanno che la mia porta chiude male. E dove lo nascondo? Se non ho un armadio e nemmeno una cassaforte. E allora non posso dormire dalla paura che vengano a prendermelo, preferisco lavorare da calzolaio, guadagnarmi la paga ogni giorno e restare tranquillo e felice”.
L’uomo ricco prese il denaro deluso, perché si disse: ho voluto farlo felice e comprendo che il denaro non è la felicità. Aiuta molto il comfort, ti aiuta nei problemi, ma non nella felicità. Quanto darei io per la felicità del calzolaio!
Miei semi, siate felici e se avete molto denaro, godetevelo, se ne avete in più condividetelo può essere anche con una famiglia, con dei bambini, con delle persone anziane sole. Portategli un piatto di cibo, ma non più di quello di cui hanno bisogno e se avete il giusto sentitevi felici.
Perché quando ce ne andremo non ci porteremo via né la casa, né i gioielli, né i beni. Ce ne andremo solo con quella valigia invisibile che si chiama Anima. E con l’amore che avremo condiviso, con la umiltà che avremo mostrato e dato a tutti quelli che ci conoscono. E soprattutto perché ce ne andremo lasciando qui l’orgoglio, la prepotenza, le gelosie, la invidia e in una parola l’egoismo.
Pensate al calzolaio che rendeva felici tutti quelli cui aveva aggiustato le scarpe perché potevano camminare e non avere freddo ai piedi.Perché lui rispettabile, onesto e umile aveva quello di cui aveva bisogno ogni giorno.
Cosa farete? Avete pensato alcune volte ai nazisti, ai re o a tutti gli uomini più ricchi? Sono ammalati e per grandi siano in titoli o in potere, quando muoiono non se lo portano via. Ma il calzolaio avrà sempre il suo filo, il suo ago e il suo lucido da scarpe per lasciarle lustre e brillanti.
Una montagna può essere un granello di sabbia, ma a noi sembrare l’Everest! No! No, non confondiamo e per grande che sia potremo vincerla, perché la Fede è il nostro maestro che ce lo mostra ogni giorno.
Maestro di Tiberiade chiediamo di venire a trovarti presto.
Con tutto il mio amore,
Vostra Jardinera