May 02, 2022

Il coraggio ti apre porte

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🎧 Ascolta il Messaggio dalla voce de La Jardinera

Miei cari semi,

Oggi parleremo anche della terra. Vi dirò che qui alla Rose des Pyrénées, siamo in piena piantagione! Allegrie, petunie, begonie, margherite, garofani dell’India, magari voi li chiamate con altri nomi. Anche altre categorie: il timo, il prezzemolo, il coriandolo, la lavanda, i fiori del miele che si chiamano alice, sono molto belli, bianchi e profumano di miele. Un odore molto gradevole e dolce.

Miei semi,

la storia inizia così:

In una città come tante il cibo cominciava a scarseggiare e c’erano famiglie che avevano molta fame e una di loro era un padre di familia che aveva molti figli e non aveva da mangiare.

E in questa città giunse un campione di lotta libera, era un gigante, il campione del mondo. E disse:

  • Lancio una sfida! Colui che mi vince avrà un premio e ciò che desidera-. E tutta la gente aveva paura, molta paura, perché era un campione, era l’uomo più forte e appena toccava qualcuno cadeva subito al suolo. Quindi non vi fu molta gente che si appuntò per lottare e vincere questa posta. Ma c’era un campesino, un campesino è un uomo che vive in in un piccolo villaggio, che aveva un po’ di terra con i suoi figli, molto povero ed avevano moltissima fame, molta, molta fame.

E disse: -Ho solo una via d’uscita, mi iscriverò e andrò a lottare-. Sua moglie e i figli gli dissero: - ma papà, padre, non lo fare, non hai mai lottato, non hai forza sufficiente e quest’uomo ti ucciderà.-

E disse: - No figlio mio, lotterò.-

Andò e si iscrisse. Iscrivendosi lo guardarono e si misero a ridere dicendo: - Non hai paura? -

-No signore, no, non ho paura-.

Bene. E lo iscrissero. E già cominciava a prepararsi la piazza, era uguale al Colosseo, grandioso, davvero grandioso. Era pieno di gente, la gente cominciava già a gridare, ad essere inquieta, a gridare, ad applaudire e quando uscì il campione applaudirono, gridarono, nominarono il suo nome perché tutti lo ammiravano, tutti, tutti lo ammiravano. E di tutti quelli che si erano iscritti, quando lo videro nemmeno uno uscì, nessuno.

E disse: -Ma, non c’è nessuno qui che vuole accettare la sfida, lottare con me?-.

E il campesino disse: -Si! Io! Mi sono iscritto stamattina! -

-Tu? -

-Si –

-Non hai paura? -

- Perché dovrei aver paura? No, non ho paura!-

Allore il campione nel vedere questo campesino che era un uomo semplice, non era molto grande, medio, magro, uno sguardo franco, onesto. Lo guardò bene, di fronte, con quel viso che a volte fanno le buone persone, un mezzo sorriso e uno sguardo di bontà infinita. Il campione disse e pensò: -Possono essere due cose, o è un campione più grande di me e quindi perderò oppure mi hanno fatto una trappola. Può essere che si siano riuniti tutti per farmi una trappola. Cosa potrebbe essere? Perché quest’uomo è impossibile, non può vincermi, per me è insignificante. Ma quale sarà la trappola che mi ha messo la gente della città? O veramente appartiene ad una scuola superiore alla mia? -

Lo guardò bene, andò verso di lui e gli disse: -hai vinto.- L’uomo lo vede e dice: - Non abbiamo iniziato.-

Ti dico che hai vinto-.

  • Già? –
  • Si. Hai vinto-.

Allora resta sorpreso e il campione guardandolo gli dice:

-Si, hai vinto perché non hai avuto paura, sei venuto ad affrontarmi, mi stai provocando e non hai paura. Ti ho provocato ancora di più e non tremi e vieni con questo impulso di forza, di serenità, quindi ti do già il titolo. Hai vinto tu-.

L’uomo non comprendeva, non aveva fatto niente, non aveva cominciato e gli avevano dato il titolo e aveva vinto. E allora gli disse: - Ma prima voglio farti una domanda, il titolo è tuo, ma voglio farti una domanda: a che scuola appartieni? La mia è quella superiore di questa città. Ma la tua quale è? - E allora lui disse umilmente:

-La scuola della fame-.

Il campione gli disse: -Cheee?-

-La scuola della fame. -

Così il campione dovette solo restare in silenzio e diedero il titolo al campesino, se ne andò con la sua borsa di denaro, oltre a dei valori per poterne fare quello che voleva, comprarsi una casa o fare un viaggio, quello che desiderava. E lui rispose: -Desidero solo mangiare e che i miei figli mangino.- E così l’uomo campesino rientrò a casa per mangiare, dare da mangiare, pagare le scuole e soprattutto sorridere e ancora al giorno d’oggi si sorprende di aver vinto senza alzare una mano.

Miei amati semi,

cosa dobbiamo trarre come lezione?

Che la fame è la scuola più grande che c’è.

Perché ti dà questa forza, questo coraggio per lottare per quello di cui hai bisogno. Quindi non ci resta che lottare per ciò che vogliamo, lottare per quello di cui abbiamo bisogno ed avremo questa vittoria.

Si ha solo bisogno di volerlo per davvero e lo otterremo.

Con tutto il mio amore,

Vostra Jardinera

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