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Miei cari semi!
Oggi è Venerdì Santo, è un giorno molto speciale, in cui il nostro amatissimo Maestro di Tiberiade, benedetto sia lui, benedetto sia il suo nome, e benedetti siano tutti i vostri cuori! Oggi è stato il giorno in cui il suo cuore ci ha donato quella nobiltà, e quel gesto d'amore, per perdonare i nostri peccati, per aiutarci, per aprire gli occhi! E per vedere quella fiamma di Luce, che ci ha dato, che ci ha trasmesso e che portiamo dentro.
Oggi di solito si mangia baccalà, riso con latte, e anche si medita molto, si prega, ma non nella tristezza, lo sapete molto bene che l’Atomo divino non muore mai!
L'Atomo Divino è stato, è e sarà sempre il più grande. Così, miei semi, dedichiamo un pensiero a Lui, per ringraziarlo, per dargli il nostro amore, per dargli un po' del nostro cuore, voglio dire un po' del nostro cuore, vediamo se è vero che possiamo aprire quella porta così grande e dirgli:
Maestro di Tiberiade vogliamo seguirti! Vogliamo seguire i tuoi passi! Ma senza paura, senza dubbio, solamente con la Fede, quello che ci hai insegnato è la Fede, quella Fede infinita dove non ci sono frontiere, dove non ci sono colori! Dove esiste solo la bontà, la lealtà, la generosità, è quello che ci hai insegnato, con la Verità, anche se non ci piace. Ai tuoi discepoli, parlavi con la verità, si arrabbiavano, non ti parlavano, se ne andavano! Ma dato che siamo uomini, feriti dall’ego, ancora adesso dopo 2000 anni continuiamo con la stessa cosa, l’ego ci domina.
Che peccato, Gesù, che pensiamo prima a noi che a te! Che peccato che sentiamo i rimproveri, quando si dice la verità o si parla della verità, se tu lo facevi, con i discepoli, li hai mandati solo con i vestiti che avevano, nient’altro, li hai mandati a trasmettere la tua Enseñanza, di Amore, perché sei venuto in questo gran pianeta a trasmettere l’amore, e ancora oggi noi uomini stiamo cercando l’amore, crediamo di averlo trovato! Ma di breve durata, se per una parola, o parole, o esempi, l’umano è già ferito e si considera maltrattato, ingiustamente, o violentato, come ti sei considerato tu? Signore, Gesù, e Maestro di Tiberiade, come ti sei considerato tu? Solo, su quella Croce, con la tua Madre benedetta che guardava l’amore della sua vita, il figlio di Dio, noi esseri umani non abbiamo diritto di lamentarci, non ne abbiamo diritto!
Se ci ricordassimo di te, comprenderemmo che ricevere la verità è toglierci cappe, dalla nostra anatomia, dal nostro corpo, dal nostro Essere, ma solo l’ego è quello che è ferito, l’Anima non si tocca ed eccoci qui.
Hai detto la frase: “Perdonali perché non sanno quello che fanno!”
Noi oggi ti chiediamo perdono, e ti chiediamo perdono, anche se non ne siamo degni, perdonaci. Puliremo la nostra casa! Perché è il tempio, e domani prepareremo tutto! Vale a dire: continueremo con la casa! Sistemando! Preparando! Se fate un viaggio o se restate a casa, per poter ricevere la Gloria di Dio, la Domenica.
La Domenica di Resurrezione, mettetevi qualcosa di nuovo, anche solo una cintura, un nastro, comprate una bella candela! E offritela. Potete farlo domani, ma sarebbe meglio domenica. Offrite questa candela! In famiglia! In amicizia, tra amici, o soli! E mettete qualcosa, un piccolo dettaglio, fate un altare, un piatto di frutta, un rametto di fiori, e questa candela, e la offrite! Al Figlio di Dio.
È preparare il tempio di ciascuno, è ciò che siamo, un tempio, ogni persona, ogni seme, è un tempio divino, dove abita il Maestro di Tiberiade, dove abita la sua Santa Madre, dove abitano tutti gli esseri di Luce.
Aprite il cuore, e lasciate entrare in questo tempio l’amore, senza misure! Senza restrizioni! Con la sua purezza per poter dare e poter trasmetterlo a tutti quelli che stanno aspettando! Una parola e un sorriso! Domenica sarò di nuovo con voi, per dirvi Buona Pasqua! Non siate nella tristezza! Non siate nel dolore ma nella gioia, nella Pace e una buona meditazione per riempire tutti quei momenti di vuoto, tutti quei momenti di dolore, di tristezza, di gelosia, di invidia, di prepotenza e di ego.
Guardiamo bene l’umiltà del nostro Maestro di Tiberiade, andò come un agnello, alla croce.
Ricordiamoci e ricordiamo che ogni gesto sarà sempre scritto nella nostra memoria e anche nella nostra coscienza, preparate un buon riso con latte e a chi non gli piace, che prepari un manicaretto, delizioso! Per condividere, anche solo un pezzetto di pane, quel pane e quel vino che tante volte ha condiviso con noi, tante volte!
Vi auguro il meglio, e che sempre ci sia la pace, la tranquillità e l’armonia dentro di voi, nel vostro cuore.
Vi mando questi alberi giallo di forsitia che sembrano una fiamma di fuoco molto grande, vi mando l’aroma dei primi fiori che stanno per nascere, quello degli iris! Che è l’emblema dei re, ne abbiamo uno solo nell’Enseñanza ed è il re di Tiberiade, oggi condividiamo con Lui, questi tre giorni.
A prestissimo! A Domenica!
Con tutto il mio amore,
La Jardinera!