🎧 Ascolta il Messaggio dalla voce de La Jardinera
Miei cari semi,
Ho ricevuto una lettera e sorrido molto, perché mi vedo così ignorante, così ignorante, e tante sono le cose che devo imparare e ognuno dei miei semi mi trasmette un insegnamento, mi dà una lezione e soprattutto questo Amore dei vostri cuori così grandi.
Questa lettera che ho ricevuto mi faceva la seguente domanda, “Jardinera, tu che parli di amore, perché vuoi uccidere? Se ci toccano, noi, i tuoi semi, perché? Perché parli di uccidere?”
Effettivamente, la parola è, potremmo dire, cruda o tribale, venendo dal vocabolario di Servidora, ve l’ho detto molte volte che ci sono bambini che devono andare a scuola correndo e altri che la scuola se ne va correndo e non ci vanno mai.
Servidora fa parte di questi bambini, non è mai andata a scuola, e il suo vocabolario, a volte, lascia a desiderare. Così vi do il significato, che nessuno osi toccarvi né farvi del male, perché Servidora li uccide, nel senso che se io vedo o so che vi hanno fatto del male, vengo nel paese dove vivete, lì nel paese dove siete e a questa persona, ah! Meglio se non mi conosce, perché non porterò né spada, né kalashnikov, né colt, né pistola, no, e neanche pugnale, né coltello, no, no, no, no, solo con il mio sguardo, con il mio chakra sei, e le mie mani, comprenderà molto bene che non bisogna toccare mai i semi della Jardinera. Mai!
Sono semi sacri, sono anime speciali, sono molto grandi, siete così. Spero che sia chiarito e che si capisca. Chissà se la parola è metaforica o come volete chiamarla, però non vengo lì con una mitraglietta.
No, no, non ne ho mai avuta una né penso ad averla, sono sempre stata per la pace, mai per la guerra, quindi tranquille, ma che non vi tocchino, perché dovunque siate mi presenterò e vi difenderò, come una leonessa, tale e quale una leonessa.
L’altro giorno abbiamo parlato molto di animali, ci danno sempre delle lezioni. Pianteremo un olivo, un olivo, che già sapete significa pace, ma ci ricorderà anche Tiberiade, dov’è il Maestro, dove siamo stati l’ultima volta, in quella sinagoga tanto antica, la prima di Gerusalemme, cioè di Israele.
E là ci sono moltissimi ulivi, nostro padre, Abramo, dicono che sia il nostro patriarca, nacque a Ur, oggi Ur, prima era una città, oggi si trova in Siria, lo conquistò, si trova in Siria, ma prima faceva parte di Gerusalemme.
Le terre vanno e vengono, ci sono secoli che appartengono a un paese, a una nazione o a un impero, altre volte si perdono, o si vincono. Così che Abramo … nacque… era un paese che apparteneva a Israele, molto piccolo.
E lui, era il secondo figlio, o il primo figlio, ora non ricordo, l’erede, non poteva andarsene di casa, e disse a suo padre,
“Padre, qui non c’è avvenire, siamo molti, la mia sposa Sara non ha figli, ce ne andiamo e lasceremo altro cibo, altri animali, per tutta la famiglia.” Però il padre disse: “no, non lo accetto, non te lo permetto. E non te ne andrai figlio, non mi puoi abbandonare.”
In quell’epoca, tante migliaia di anni fa, un figlio era tenuto a badare ai genitori e a prendersene cura fino alla fine della loro vita.
Non poteva abbandonarli, doveva prendersene cura, e così è stato fino a pochissimo tempo fa.
In Cina, soprattutto, in tutto l’oriente, continuano a farlo ed estremo oriente, solo in occidente, siamo obbligati a portarli in posti specializzati dove li seguono, perché lavoriamo, tutta la famiglia e non possiamo prendercene cura come meritano.
Però là Abramo, un giorno ascoltò una voce che gli disse,
“Abramo, prendi la tua sposa e vai alla terra promessa.”
“Chi parla?”
E gli disse, “l’unico Dio che esiste.”
“Ma come? Dove sei? Non ti vedo.”
“Mi ascolterai, lascia tutto e vai, non adorare gli dei dei tuoi padri, dei tuoi antenati.”
In casa sua c’erano altari di molti dei, la fecondità, la ricchezza, l’abbondanza, la salute, aveva tutti gli dei, ma erano di terracotta e legno.
Allora lui, un giorno entra, e davanti alla sua sposa, prese una mazza e ruppe gli dei di terracotta. E dice “andiamocene.”
Lei si mise a piangere. “Sacrilegio! sacrilegio! Che hai fatto, Abramo? Tu che sei tanto pacifico e tanto buono.”
“Non sono dei, moglie, andiamocene, Dio non è qui.”
Non capiva, ma lo amava molto. E disse, “sarò sempre d’accordo e ti seguirò.” Dopo molte discussioni, lotte, suo padre acconsenti piangendo e la sua famiglia.
E partì per la terra promessa, Canaan, la terra promessa.
E allora si mise a camminare, camminare e suo padre gli diede la sua parte di eredità, quattro capre e qualche pecora. E gli disse, “se qualcuno vuole venire, è libero di venire, ma non obbliga nessuno.”
Suo nipote Lot, figlio di suo fratello, disse,
“zio, io vengo con te con mia moglie e le mie due figlie.”
“Come vuoi.”
“Sì, mi porterò la mia eredità. Potremo vivere di agnelli.”
E così partirono. Camminando, deserto dopo deserto, luogo dopo luogo, e c’erano molte tribù, molti pericoli e non c’era molto cibo e la terra era molto scadente e nel deserto era impossibile trovare acqua per gli animali. E quando li trovavano, avevano sempre dei proprietari e dovevano chiedere il permesso.
Ed era sempre in cambio o di lavorare per loro o di agnelli, sempre, e così fecero.
Chiaro che c’era una tribù molto ricca, molto ricca, e li mandavano fuori.
Ma Abramo ascoltava sempre la voce che non sapeva da dove venisse, e gli diceva “se sei Dio, mostra la tua figura” E diceva, “se hai fede, lasciati guidare e ascoltami, fai tutto quello che ti dico.”
E lui obbedì e obbediva. Suo nipote diceva, “ti crediamo, zio, però non vediamo Dio, non abbiamo un monumento, non abbiamo altare.”
E sua moglie, Sara, diceva, “abbiate fede in Abramo, abbiate fede niente più.”
“Ma non abbiamo cibo, non abbiamo terra, guardate.”
E un giorno arrivarono, perché andavano camminando sempre nel pianeggiante. E nel deserto, la parte più pianeggiante sono fiumi in secca, che quando piove molti diventano torrenziali.
E allora un giorno si mise a piovere, a piovere. Portò via le tende che avevano di pelle di capra e portò via, anche le pecore annegarono e avevano una grande miseria. E pianse, pianse, pianse, e gli disse: “Dio, com’è possibile che tu ci faccia questo? Sapendo che siamo poveri che non abbiamo da mangiare, e sapendo che siamo nella miseria.”
E tornò la voce a dirgli, “se hai fede, seguimi e credimi, arriverai alla terra promessa.”
E tornò perché si appartava sempre, andava da solo.
E quando arrivò “che ti ha detto? Che ti ha detto? Cosa faremo? Non abbiamo nulla.”
E gli disse la stessa cosa, che avrebbero dovuto obbedire e che avrebbero dovuto mantenere la fede. E camminando, trovarono un orto pieno di mandorli, acqua, miele…
Allora, dissero, questa è la terra promessa, ma ovviamente non era loro, era lavorata. E i proprietari gli dissero, “potete fermarvi, lavorare, e ogni agnello che nascerà sarà vostro, e così di nuovo si creò un gregge.”
E la voce disse loro: "Dovete continuare. Non è ancora la terra!" E continuarono. E un giorno meraviglioso erano nelle tende, e lì vennero da lontano tre ombre, si vedevano tre personaggi, ma non si vedevano i volti, non si vedevano, erano uomini, ma i loro volti non si vedevano . Allora Abramo disse: "tranquilli, tranquilli, vedremo cosa vogliono, speriamo che non siano guerrieri”, perché avevano molta paura, li avevano già mandati via, li avevano già cacciati fuori.
E arrivarono e disse, “Chi siete?” Abramo.
Ed essi risposero, “gente di pace,”
“Siate i benvenuti! Sara! Tira fuori il tavolo e il cibo!”
“Abramo, abbiamo poco.”
“Mettiti a fare del pane!”
E Sara obbediente con farina, acqua, sale, si mise a impastare e fare il pane, sapete che il pane arabo è molto sottile e si cuoce in terra con la cenere, dopi si pulisce, subito dopo lo fece. E mentre Sara stava facendo il pane, si sedettero, diedero loro acqua da bere, e all’improvviso gli dissero “Abramo! Siate benedetti!”
E dice, “Come sapete il mio nome?”
“Ti conosciamo!”
“Sono appena arrivato e non sono di qui, ma siete così stanchi”
E dicono, “è che veniamo per una missione”
“Ah bene, allora benvenuti! Potete restare qui.”
“No, Abramo! Veniamo per annunciarti che tua moglie avrà un figlio.”
Abramo restò senza parole, e Sarai, che stava nella tenda, non c’era una porta, era aperta, li guardò e si mise a ridere. A ridere, a ridere, a ridere!
E disse “sì, a partire da adesso si chiamerà Sarai.” E disse, “Sarai?,” dice, “sì, la senti ridere?” Dice, “certo, è anziana, ha 90 anni, è anziana.” Dice,
“Sarai vuol dire colei che ride sempre, per questo lei adesso sorriderà sempre e avrà un figlio che chiamerà Isacco.”
E disse, “bene, mi rallegro che siate venuti, mangiate e andate in pace.”
“Non ci credi”
“È che è impossibile, sapete quanti hanno ho io? e mia moglie è sterile. Non ha avuto figli, e adesso è ormai anziana, è impossibile.”
“Per questo siamo venuti ad annunciare la nascita di tuo figlio. E lo chiamerai Isacco.”
Uscì e uscì Sara e le disse, “felice e benedizioni, Sarai, colei che ride sempre.” E allora li guardò e si mise a ridere e abbassò la testa.
E disse, “presto sarai incinta, avrai un figlio, ricorda, si chiamerà Isacco.”
La prova della fede, e lei entrò discretamente in casa e continuò a ridere. Quegli uomini che erano tre angeli, si alzarono, partirono, senza lasciare orme, senza lasciare tracce, li videro andare via come tre ombre, ma ridevano e dissero, ecco, questo è uno scherzo, è davvero uno scherzo, qualcuno ci ha giocato uno scherzo. E tutto il giorno parlarono della stessa cosa e tutto il giorno dicevano: "Non è possibile".
E infatti, dopo nove mesi, nacque Isacco. Quando rimase incinta, Abramo corse fuori e gridò e gli disse: "Unico Dio, Dio dell'universo, Adonai, Adonai, figlio di Dio, uno solo, al quale obbedirò sempre, la mia fede è infinita. Credo in te e quello che hai fatto a me e alla mia famiglia ne è la prova. Cosa mi sarebbe successo se tu mi avessi abbandonato? Ogni prova è stata molto dura per me e la mia famiglia. Siamo quasi morti di sete, siamo quasi annegati nell'acqua, in quella città hanno quasi ucciso i nostri schiavi",
(in quel periodo avevano operai)
“Ci hanno quasi ucciso tutti, hanno quasi rubato le nostre donne, ma tutto è passato attraverso le prove e oggi abbiamo qui la cosa più importante. Adonai, Adonai, Unico Dio dell’Universo, noi crediamo in te e i nostri discendenti crederanno fino all’eternità”.
Questa fu la storia del patriarca Abramo, superare le prove. Molte volte abbiamo detto “è ingiusto. Perché ho amato questa donna? E lei non è stata giusta con me. Sembrava gentile, l'ho aiutata, mi sono preso cura della sua famiglia. Ma mi ha considerato un suo operaio”.
Quante volte diciamo: “Perché mio figlio è morto? “Mio marito, la mia famiglia”.
Sono prove. “Perché sono stato rovinato? “
Abbiamo sempre una prova ogni giorno. “Perché non ricordiamo quello che abbiamo fatto”, arriviamo sempre alla stessa cosa. Crediamo nelle nostre azioni passate? Crediamo nei nostri pensieri che non sono nobili?
Diamo più importanza alle gelosie, alle invidie e alle ambizioni che all'umiltà. Diamo più forza a quello che diranno, al prestigio, al cachet, che allavera ricchezza che è in noi, che è Dio.
Diamo più importanza a tutti i beni materiali, che dobbiamo rispettare, che dobbiamo considerare, ma non ci devono legare! Dobbiamo prosperare per aiutare gli altri! Dobbiamo moltiplicarli per poter dare lavoro a chi non ce l’ha.
Ora c'è stato un terremoto in Marocco. Grazie a tutti i semi dell’Enseñanza aiuteremo e avrete un foglio e foto con il vostro aiuto conciò che avete fatto.
Da un centesimo a un milione, poco importa, perché le montagne, le più alte, sono state granello su granello, e la spiaggia è piena di granelli di sabbia e i deserti. Non importa la quantità, conta ciò che vogliamo farne.
Siate consapevoli miei semi dei vostri pensieri, ebbe 12 figli, Abramo, dodici figli, che sono 12 tribù, le 12 tribù d'Israele. E ogni figlio appartiene a una tribù. Ecco perché, quando andiamo a Gerusalemme, sono così severi, quando controllano i nostri documenti d'identità, il passaporto.
Perché loro automaticamente sanno, guardano e sanno da quale tribù discendiamo. È così importante per loro, e noi tutti discendiamo, perché Dio lo disse loro, avrete più discendenti di quante sono le stelle nel cielo.
Dapprima Abramo non ci credette, poi ci credette, e voi conoscete la prova della fede. Siete stati nella cupola d'oro, alla pietra del sacrificio. Gli diedero quelle prove per noi, per noi. Oggi, attualmente, tutte le prove sono la nostra fede, se non abbiamo fede a cosa serviamo, è la nostra fede che ci fa alzare le montagne e non cadere.
Attenzione ai nostri pensieri e alle nostre parole, sono tanti i miracoli che tutti gli esseri umani compiono e fanno e vengono compiuti, non solo con la Enseñanza, anche senza la Enseñanza, ma anche l'angelo delle tenebre è uguale.
Quell'angelo delle tenebre è inseparabile dalla Luce, vanno insieme, a ognuno la scelta. Ecco perché la fede deve essere molto forte, molto forte per vincere sempre. E non abbiamo dubbi, non dubitiamo, se abbiamo fede non dobbiamo dubitare, perché tutto si moltiplicherà in bene.
Tutto, ma se dubitiamo e siamo gelosi, invidiosi, non riusciremo a crescere. Facciamo sempre il bene, senza sapere a chi, perché mille volte, mille volte ci sarà restituito. Molti di voi hanno sentito questa storia, dobbiamo ricordarla.
Facciamo parte delle dodici tribù dell'intero pianeta. E quelle dodici tribù sono quella voce il cui volto non può essere visto, ma noi veniamo dal Suo Universo, da quella voce veniamo, crediamo più che mai.
Stamattina ho avuto una gioia.
C'è una signora che amiamo molto, alla Rose de Pyrenees, questa signora ha una sorella gemella. E mentre era alla Rose de Pyrenees, l'hanno chiamata, da Parigi, le hanno detto tua sorella è in coma, è all'ospedale, l'abbiamo portata in coma, irreversibile, prima che morisse, perché lei vive qui a Quillan, vicino alla Rose, ed era molto nervosa e disse: “Devo andare, devo andare”.
Devo dirvi che è musulmana, è un’altra religione. Sapete che l’Enseñanza è Universale. Ed è andato un seme dell’Enseñanza, Andrea, Andrea, cioè la Merkel.
E’ andata, nessuno gliel’ha chiesto, eh? Vive in Germania, molto lontano, e ha detto, chiedo il permesso di andarla a trovare, è in coma. Perché conosce sua sorella che lavora alla Rose de Pyrenees, e io le ho detto: “vedi”, mi hanno detto che se è in coma, è in terapia intensiva, in terapia intensiva, non potrà farlo.
Le dissi, “forse sì, forse no.”
Infatti non era lì, era in una stanza. “Puoi andare Andrea? Merkel amata, puoi andare? Ha preso l’aereo ed è partita”. Quando arrivò, le ha detto: “Com'è possibile che tu sia venuta? "Non sei la mia famiglia." E lei dice: "sì, sono venuta perché ti amo tanto". E le dice: "per favore, mia sorella è in coma, non si muove, non parla, è irreversibile".
E Andrea le ha detto: «Per favore, Nadina, esci dalla stanza e chiudi la porta, che non venga nessuno. "Se arriva l'infermiera o qualcun altro, vieni a dirmelo."
Mentre era alla porta, le ha fatto il trattamento del sistema nervoso, sette cinque e piedi.
Ha aperto gli occhi e il suo piede destro ha cominciato a muoversi, ha aperto gli occhi e l’ha guardata.
Ed è rimasta a guardare. Andrea le ha detto: “tranquilla, tranquilla, va tutto bene, va tutto bene”. Quando ha finito, ha aperto la porta e ha detto: Nadina, per favore entra.
E quando è entrata, ha aperto gli occhi e l’ha guardata, ed era con sua figlia, sua sorella. E loro due la guardavano e aveva gli occhi aperti e il piede aveva cominciato a muoversi, lo muoveva e dicevano: "noi siamo qui, siamo venuti a trovarti, siamo con te, non sei sola, ci prenderemo cura di te."
Ha aperto gli occhi, le ha fatto un segno e ha sorriso. Non l'hanno detto ai medici, non sappiamo niente, perché ha avuto solo il tempo di fare lo stesso trattamento alla figlia e lo faranno anche all'altra sorella che conosciamo.
Ma sono musulmane, la loro religione è l'Islam, sapete benissimo che non accettano trattamenti né che gli si tocchi la testa, ma il risultato è che si è svegliata, niente di più miei semi, è un piccolo aneddoto che avete già avuto molte volte, avete avuto così tanti aneddoti, referenze e prove che questa è una in più. Una in più.
Voglio terminare questo messaggio con queste parole.
Con tutto il mio amore e la speranza della voce! Per voi, per voi,
Con tutto il mio amore,
Vostra Jardinera.